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18 aprile 2018
Rossastro, con piccole striature bianche: il protagonista assoluto sarà lui, il fagiolo zampognaro. Una varietà a rischio estinzione, coltivata nella zona orientale dell’isola d’Ischia, tra Piano Liguori e Campagnano.

Se ne producono appena due quintali l’anno, grazie a sei piccoli (e tenaci) coltivatori. Semina a metà marzo, raccolto in estate: ottimo a crudo, saporito e croccante dopo tre ore di cottura. Sulle bruschette, una delizia.

Ischia parte dalla piena valorizzazione di uno dei fiori all’occhiello della sua anima terragna per gli Stati generali dell’agricoltura nell’arcipelago campano: giovedì 19 e venerdì 20 aprile la Torre di Sant’Anna ospita una due giorni di conferenze, degustazioni, workshop e incontri a tema, con il coinvolgimento della Città Metropolitana di Napoli e di docenti dell’Università degli Studi Federico II.

L’evento, dal titolo “L’isola del ben’essere”, è organizzato dal Comune di Ischia in collaborazione con la Coldiretti e mira alla valorizzazione delle tipicità agricole delle isole di Ischia, Capri e Procida, all’esaltazione del rapporto diretto tra produttori e consumatori e, soprattutto, alla sinergia con il settore turistico e termale. In programma il mercato “Campagna Amica”, con vendita di prodotti agricoli a chilometro zero nel piazzale delle Alghe di Ischia Ponte (giovedì 19, dalle 9 alle 13).

Nel convegno di apertura, alle 16 alla Torre di Sant’Anna, i sindaci delle tre isole, insieme con i rappresentanti del Comune di Cetara, dialogheranno di agricoltura sostenibile e turismo. Venerdì 20 protagoniste le scuole con percorsi didattici su biodiversità e agricoltura delle isole.  Dalle 10.30, il convegno sul fagiolo zampognaro che diventa PAT (prodotto agroalimentare tradizionale): moderati dall’agronoma Silvia d’Ambra, interverranno tra gli altri Antonio Giordano, direttore dello Sbarro Institute di Filadelphia, e Rocco di Prisco del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Alle 15 la presentazione del libro di Elisabetta Donarono, “Il Grand Food”. Tra i protagonisti della due giorni anche la lumaca, il cui allevamento sulle isole è tradizione radicata, legandosi alla gastronomia e alla cosmesi: al famoso gasteropode terrestre è dedicato infatti il workshop conclusivo, venerdì alle 16, dal titolo “Ben’essere a Km Zero: agricoltura, turismo e terme” con l'intervento di Gionata De Vico, direttore scientifico del Consorzio per la tutela della lumaca italiana (Coteli) e docente del Dipartimento di Biologia dell'Università Federico II di Napoli. Prevista la partecipazione anche di Alfonso Pecoraro Scanio, coordinatore scientifico della fondazione Campagna Amica. Una due giorni che, come spiega Anna Maria Chiariello, assessore alla comunicazione per il Comune di Ischia – vedrà protagonisti “la terra e ovviamente gli agricoltori, uomini e donne che in tempi difficili, di crisi economica globale, sono riusciti a tenere la barca, a non farla affondare, nonostante il mare in tempesta. L’agricoltura, settore mortificato economicamente e normativamente dall'Unione Europea e dalla politica nazionale e locale, ha retto l’urto ed è, oggi, uno dei comparti vivaci per produzioni, esportazioni e creazione di posti di lavoro, nascita di nuove imprese, molte delle quali create da giovani, giovanissimi che tornano alla terra”. Un fenomeno che a Ischia è sempre più consistente, come testimoniano le storie di pastori giovanissimi – Nino e Max, che allevano caprette sulle pendici dell’Epomeo – e iniziative come la Borsa Verde 3.0, un network che, partendo da Facebook, promuove il baratto contadino e la riscoperta degli orti ischitani. “Stiamo lavorando da tempo ad un progetto di valorizzazione dell’agricoltura delle isole del golfo di Napoli - spiega Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Campania - che rappresenta uno straordinario concentrato di storia e biodiversità. A Ischia – prosegue – l’agricoltura è presente da oltre
duemila anni e costituiva la principale attività economica fino all'arrivo del turismo. Oggi questa agricoltura eroica va custodita e salvata dal rischio di estinzione, sia per i prodotti unici sia per la tutela del paesaggio. Un'agricoltura che può allearsi con il turismo ed in particolare con le strutture termali, offrendo ai visitatori di tutto il mondo esperienze uniche che passano attraverso il cibo autentico, i grandi vini e la cosmesi da filiera agricola”.