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Lotta ai tumori: i progressi della terapia a bersaglio molecolare. Terra Medica di Antonio Giordano

La "targeted therapy" e l’azione specifica di farmaci per una limitazione degli effetti collaterali della chemioterapia

03 Set 2017
I farmaci chemioterapici più recentemente sviluppati sono il frutto di un processo noto come “drug design”. Questa pratica si basa sulla progettazione al computer di molecole in grado di contrastare ed interferire con l’attività di un’altra molecola considerata target della malattia. La ricerca scientifica si propone continuamente nuovi target molecolari e, di conseguenza, potenziali bersagli per nuovi farmaci

Lo sviluppo dei farmaci chemioterapici ha subito una notevole accelerazione negli ultimi anni. In particolare, sta assumendo importanza la terapia a bersaglio molecolare, o targeted therapy, che pur non essendo una chemioterapia, è diretta “ad abbattere”, in modo specifico un ‘bersaglio’ presente soltanto nelle cellule tumorali. L’azione specifica di questi farmaci consente una limitazione degli effetti collaterali rispetto alla classica chemioterapia, che per il suo meccanismo d’azione, colpisce, indiscriminatamente, tutte le cellule che si riproducono velocemente, sia neoplastiche (effetto desiderato) sia normali (effetto indesiderato).

Tuttavia, è bene precisare che i farmaci ad azione ‘mirata’, pur essendo caratterizzati da una specificità d’azione, non sono del tutto esenti per il paziente da effetti collaterali. Rimane, ad esempio, l’eccessiva citotossicità. E’ presumibile che questi limiti verranno superati nei prossimi anni con ulteriori ricerche e con i recenti avanzamenti nella comprensione dei meccanismi di comunicazione (crosstalk) tra le diverse vie (pathway) di segnale. Ad essi andranno combinati farmaci molecolari per ridurre il rischio di resistenza tumorale e per aumentarne l’efficacia antitumorale. 

I farmaci chemioterapici più recentemente sviluppati sono il frutto di un processo noto come “drug design”. Questa pratica si basa sulla progettazione al computer di molecole in grado di contrastare ed interferire con l’attività di un’altra molecola considerata target della malattia. La ricerca scientifica si propone continuamente nuovi target molecolari e, di conseguenza, potenziali bersagli per nuovi farmaci. Tuttavia, maggiore è il numero dei target molecolari che si identificano, maggiore è la necessità di comprendere quali siano realmente legati all’insorgenza e allo sviluppo del tumore. Il tutto dovrebbe avvenire senza superare le possibilità di investimento da parte delle industrie farmaceutiche, ma soprattutto effettuando tutti i test del caso.

Il passo dalla progettazione di un farmaco al computer alla sua presenza in commercio è molto lungo.  Non è un caso se tutti i chemioterapici attualmente utilizzati sono il risultato di una ricerca scientifica cominciata decine di anni fa. Negli ultimi anni, il drug design si basa sulla progettazione di molecole cosiddette “scaffold” (impalcatura), ovvero molecole base da modificare dal punto di vista chimico-fisico secondo il target che si vuole bersagliare. Nell’ambito del drug design, mancano tuttavia scaffolds su cui lavorare per la progettazione di sostanze capaci di intervenire nelle interazioni proteina-proteina, che spesso risultano alterate all’interno delle cellule tumorali. 

Ad ogni modo, le terapie a bersaglio molecolare rappresentano un importante passo avanti nella cura dei tumori e la ricerca clinica è ormai quasi esclusivamente orientata in questo senso. Nel prossimo futuro le terapie biologiche, incluse quelle che agiscono attraverso il sistema immunitario, saranno verosimilmente destinate ad acquisire sempre maggiore spazio nella strategia complessiva di trattamento.

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