Lo chiamano "Il triangolo della morte". O anche "La terra dei fuochi". Milioni di tonnellate di rifiuti tossici - per lo più provenienti dal Nord Italia e dall'estero - sono stati sversati in discariche abusive. Come se non bastasse, prodotti industriali pericolosi sono tuttora bruciati dalla criminalità organizzata in roghi all'aperto che appestano l'aria e soprattutto avvelenano l'ambiente. Rifiuti tossici e roghi ritenuti responsabili dell'aumento delle malattie tumorali in una vasta area a Nord di Napoli, probabilmente la regione più pericolosamente inquinata dell'Europa occidentale. Una realtà a lungo trascurata, sottaciuta, o nascosta, grazie anche al forte potere di corruzione della criminalità organizzata, per decenni in grado di controllare anche "militarmente" il territorio. Ma che di recente é stata clamorosamente rilanciata dalle dichiarazioni del super-pentito Carmine Schiavone - che parla anche di rifiuti di origine nucleare - e da un inquietante rapporto dell'esercito americano (che ha delle basi militari nel Napoletano) sulla potenziale contaminazione dell'acqua, della terra e dell'aria. Per la prima volta la popolazione ha reagito scendendo massicciamente in piazza, il presidente della Repubblica ha ricevuto alcune madri convinte che siano stati quei veleni a uccidere i loro figli più piccoli, il governo ha deciso di inasprire le pene e inviare l'esercito per il presidio del territorio, e finalmente sarà avviato uno screening sanitario che dovrebbe finalmente sopperire alla mancanza di un registro dei tumori centralizzato e relativo alla regione colpita. Provvedimenti che danno il senso dell'emergenza, delle preoccupazioni, e delle paure della popolazione. L'inviato di Falò, Aldo Sofia, è tornato nella regione, rivisitato luoghi, nuovamente incontrato.
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