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RISCHIO CARNE ROSSA? GIORDANO: "NO ALLARMISMI, RIFLETTERE SU TERRITORI TOSSICI E NOCIVI"

Lo scienziato Antonio Giordano mette ordine dopo le polemiche sui dati dell'Organizzazione mondiale sanità in merito a carne e insaccati: "l'aumento del fattore di rischio è certamente da tenere presente, ma il dato non va considerato in maniera assoluta. L'insorgenza della malattia varia da persona a persona e, molti altri, sono i fattori da considerare".

 

 

 

La salsiccia cancerogena e il salame killer. Tra allarmismi e bufale, i dati Oms elaborati nel rapporto dell'Iarc, redatto sulla base di oltre 800 studi precedenti sul legame tra una dieta che comprenda le proteine animali e il cancro, conferma dunque le attuali raccomandazioni "a limitare il consumo di carne.

Tra la consueta ironia sui social e la ricerca di verità oggettive sui rischi per la salute, ecco alcune domande a Antonio Giordano, direttore e fondatore dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine della Temple University di Philadelphia e professore ordinario di Anatomia ed Istologia Patologica dell' Università degli Studi di Siena, autore di diversi libri sul rapporto tra salute e inquinamento ambi...

Allora professore, siamo alla carne killer?

Il fatto che un elevato consumo di carne rossa e di carne lavorata sia compatibile con l'insorgenza di tumori intestinali o allo stomaco non è una novità dal momento che, da anni, gli studiosi ne raccomandano un utilizzo moderato. La novità invece, e' che l'annuncio di questi giorni proviene dall'Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) dell'Organizzazione Mondiale della Sanitaè, che si è basata sull'analisi di circa 800 casi.

Può spiegare quali sono i rischi reali?

Chiariamo allora che per carne rossa non intendiamo solo quella di colore rosso come il manzo o l'agnello, ma anche la carne di maiale, mentre per carni lavorate intendiamo quelle carni sottoposte a processi di lavorazione e, cioè di affumicamento, di salatura come avviene nel caso della pancetta, del prosciutto, dei salami, degli hot dog. L'aumento del fattore di rischio è certamente da tenere presente, ma il dato non va considerato in maniera assoluta. L'insorgenza della malattia varia da persona a persona e, molti altri, sono i fattori da considerare.

Quindi quali sono le vere precauzioni da prendere?

Senza creare allarmismi segnaliamo che altri studi saranno ancora necessari per confermare la notizia. In generale, la carne va inserita nella dieta alimentare circa due volte a settimana. Sono da preferire metodi di cottura alternativi alle grigliate, ai barbecue o alle fritture dal momento chela carne cucinata ad alte temperature sembrerebbe sviluppare sostanze chimiche pericolose per la salute. Le alte temperature, infatti, genererebbero dei composti chimici in grado di contribuire alla cancerogenesi. Allo stesso modo è sconsigliabile ingerire carne cruda per la maggiore possibilità di contrarre infezioni alimentari per la presenza di batteri. Una notizia importante quella dell'Iarc, ma che non va enfatizzata.

La preoccupa più il consumo di carne o vivere in territori inquinati da rifiuti tossici?

Dovrebbe maggiormente farci riflettere la situazione che vivono quotidianamente gli abitanti della terra dei fuochi e dei veleni e, più in generale di alcune regioni italiane e Paesi del mondo che, - diversamente da quanti possono scegliere se evitare lo smodato utilizzo delle carni – sono costretti a vivere in un ambiente altamente tossico e nocivo per la salute umana.

Per approfondimenti

http://www.nelpaese.it/index.php/archivio-salute-e-ambiente/2865-ri...

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