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Terra Medica di Antonio Giordano: Il linguaggio influenza il nostro pensiero? Gli studi sui colori dicono di sì

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Il linguaggio influenza il nostro pensiero? Gli studi sui colori dicono di sì

I linguisti e antropologi Sapir e Whorf ci avevano azzeccato, gli esperimenti di alcuni ricercatori giapponesi e Alice Skelton sembrano confermarlo


02 Mag 2018
Alla vista di colori completamente diversi tra loro, i bambini hanno delle reazioni celebrali fortemente differenziate, ma succede il contrario quando vedono sfumature differenti dello stesso colore. È soltanto quando cominciano a parlare che imparano anche ad apprezzare tutte le sfumature di colore che esistono. Forse è vero, allora, il linguaggio può davvero influenzare il nostro modo di pensare...

La risposta è positiva e si basa sull’ipotesi della relatività linguistica formulata dal linguista ed antropologo statunitense Sapir e dal suo allievo Whorf.

Si tratta di un’ipotesi che affonda le sue radici nella metà del ‘900 e che, per mancanza di prove scientifiche, nel tempo ha perso di credibilità. Tuttavia, lo studio di molti ricercatori in questo ambito non si è mai fermato e i nuovi strumenti a disposizione hanno spinto gli scienziati ad investigare, nuovamente.

Ad esempio, il flusso sanguigno e l’attività elettrica del cervello possono essere monitorati in risposta agli stimoli sensoriali, non solo nelle persone adulte, ma anche nei bambini nei quali, in particolare, è possibile capire come gli input sensoriali vengano elaborati dal cervello prima ancora che si acquisisca la capacità di parlare.

Nel 2016, alcuni ricercatori giapponesi hanno studiato le risposte cerebrali dei bambini rispetto a differenti colori e forme. In risposta alla visione di due colori completamente diversi tra loro, come il verde e il blu, è stata riscontrata una variabilità del flusso sanguigno mentre nessun cambiamento è stato registrato in seguito alla visione di sfumature differenti dello stesso colore.

Partendo da questo presupposto, Alice Skelton, dottoranda in psicologia all’università di Sussex, insieme ai suoi colleghi, ha dimostrato che l’attenzione dei bambini verso un colore svanisce col passare del tempo e decade del tutto se agli stessi bambini viene mostrato un colore molto simile al precedente. Il discorso si ribalta nel momento in cui ad essere mostrato è un colore completamente diverso dal primo, che è capace quindi di catturare nuovamente l’attenzione dei bambini. Questo accade principalmente perché i bambini prima di imparare a parlare tendono a dividere i colori in 5 grandi gruppi, senza tenere in considerazione le sfumature che ciascun colore può assumere. È soltanto quando cominciano a parlare che imparano anche ad apprezzare tutte le sfumature di colore che esistono. Questo dimostra come il linguaggio sia capace di influenzare anche il nostro modo di pensare.

Bisogna tuttavia riconoscere che anche la lingua che parliamo contribuisce a cambiare il modo di vedere le cose. Ci sono lingue nel mondo il cui vocabolario non è ampio quanto altre, pertanto anche in questo caso le sfumature di un colore finiscono col non essere apprezzate perché raggruppate in un’unica, grande e generalizzata categoria. Alcuni scienziati ci tengono a precisare che il fatto di non avere a disposizione un glossario così ampio per esprimere le differenze di colore non significa che queste persone non le vedano. Semplicemente, le esprimono in modi differenti. La questione dei colori rappresenta, comunque, solo uno step preliminare verso una ricerca più approfondita che verrà estesa a diversi aspetti della vita.

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