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Terra Medica di Antonio Giordano. Il primo passo per vincere il cancro è la ricerca di base

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Ma raccogliere fondi è sempre difficile. E in questo, gli Stati Uniti si dimostrano più lungimiranti dell'Italia


Ricercatori al microscopio.


04 Gen 2018
Negli ultimi 20 anni, per molti tumori si è ottenuta una notevole riduzione dei tassi di mortalità grazie ai risultati di studi volti all'identificazione dei meccanismi biologici della malattia. Ma raccogliere fondi per la ricerca di base è sempre difficile, perché spesso si preferisce finanziare ricerche con una ricaduta immediata e pratica. In questo, gli USA hanno qualcosa da insegnare all'Italia

Ogni progresso nella lotta contro il cancro comincia dalla ricerca di base. Negli ultimi vent’anni abbiamo ottenuto, per un gran numero di tumori, una notevole riduzione dei tassi di mortalità ed un aumento del numero dei sopravvissuti grazie ai risultati di studi volti all’identificazione dei meccanismi biologici responsabili della malattia.

Tra i tanti esempi di studi di base che hanno avuto un importante impatto sulla pratica clinica sono le scoperte sui meccanismi di riparo del DNA per cui Tomas Lindahl (Francis Crick Institute and Clare Hall Laboratory, UK), Paul Modrich (Howard Hughes Medical Institute e Duke University School of Medicine, Usa) e Aziz Sancar (University of North Carolina, Usa), sono stati insigniti del premio Nobel nel 2015.

Il DNA è continuamente esposto ad agenti sia esogeni (come le radiazioni UV) che endogeni (come i radicali liberi generati durante la normale attività metabolica cellulare) che possono danneggiarlo e indurre mutazioni. L’accumulo di mutazioni favorisce sia l’insorgenza che la progressione neoplastica ma fortunatamente la cellula ha a disposizione diversi meccanismi per riparare il DNA danneggiato e conservare l’integrità genomica alla cui comprensione hanno contribuito gli studi dei tre scienziati.

Il giorno successivo alla premiazione, proprio Doug Lowy, direttore del National Cancer Institute ha previsto importanti investimenti sulla ricerca di base. ‘L’istituto – ha spiegato Lowy – riconosce che la ricerca di base fornisce le basi e le materie prime per la quella applicata, tra cui la ricerca clinica e traslazionale che derivano dall’eccellente lavoro dei ricercatori’.

Ma come si incontrano ricerca di base e ricerca applicata? E’ sempre Lowy a spiegarlo, in un articolo sull’importanza della ricerca di base. Anomalie nei meccanismi di riparo del DNA possono essere ereditate o svilupparsi nel corso della vita e rendono gli individui più suscettibili allo sviluppo del cancro. La trasmissione di una mutazione che porta all’inattivazione del sistema di riparo chiamato “DNA mismatch repair” è un esempio di un’anomalia ereditaria che predispone al cancro del colon ereditario, non associato a poliposi (una delle sindromi tumorali più diffuse). Altri difetti sono stati associati a una percentuale considerevole di tumori del colon sporadici, dell’endometrio, gastrici e ovarici.

E se le scoperte dei tre studiosi hanno condotto ad altre scoperte, si può dire che abbiano portato anche allo sviluppo di nuove terapie. La FDA, a dicembre 2014, ha approvato il farmaco Olaparib (Lynparza) per il trattamento del carcinoma ovarico in stadio avanzato in donne che abbiano ereditato una mutazione del gene BRCA1 o BRCA2. Tali mutazioni inattivano un sistema di riparo del DNA chiamato “riparo mediato da ricombinazione omologa”, mentre l’Olaparib inattiva una proteina chiamata PARP1, che è parte di un altro sistema di riparo noto come “riparo per escissione di nucleotidi”. Ashworth and Helleday, due eminenti scienziati inglesi, hanno dimostrato che l’inattivazione simultanea di questi due meccanismi, ovvero l’inibizione di PARP1 in cellule tumorali già difettive per BRCA, determina l’accumulo di quantità letali di danno al DNA e la morte delle cellule tumorali, aprendo così la strada allo sviluppo di farmaci come l’Olaparib e quindi ad una nuova classe di agenti antitumorali.

Attualmente recuperare fondi per finanziare la ricerca di base è sempre più difficile perché si prediligono studi con una ricaduta pratica immediata. In questo panorama gli Stati Uniti d’America si dimostrano più lungimiranti. Negli USA fare ricerca è più semplice rispetto all’Italia: vi è maggiore meritocrazia, fiducia e supporto nelle idee proposte dai giovani ricercatori, oltre ad un notevole supporto finanziario del Governo Americano.

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