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Vaccino anti covid: in Italia ulteriori dosi entro la fine del 2020. In Spagna invece si schedano i “no vax”

Il parere del Prof Antonio Giordano direttore dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine della Temple University di Philadelphia

La Spagna terrà un registro con i nomi di chi rifiuta il vaccino anti Covid.
Il rappresentante del Ministero dell’Ambiente italiano Prof Giordano “Il vaccino è in fase sperimentale e non deve essere imposto”

Mentre in Italia Arcuri conferma che  entro il  prossimo 31 in Italia saranno a disposizione altre 470 mila dosi del  vaccino  anti cocid la  Spagna invece rende noto che prenderà i nominativi di coloro che rifiuteranno di sottoporsi al medesimo vaccino. Quest’ultima anche attraverso i messi di informazione fa sapere infatti che pur se il siero contro il coronavirus non sarà obbligatorio, chi sceglierà di non farlo sarà inserito in un “registro”  condiviso successivamente con gli altri Paesi dell’Unione Europea.

Queste le dichiarazioni del  Ministro della Salute spagnolo, Salvador Illa,  assicurando la natura di tale documento non pubblica, nonché compilato rispettando la privacy. Dunque un vaccino anti Covid-19 gratuito, volontario e non obbligatorio, in quanto “Il modo per sconfiggere il virus è vaccinarci tutti”.

L’obiettivo è dunque fare una base dati con le persone che rifiutano il vaccino e vedere che tipo di persone sono (sesso, età, classe sociale…) per capire perchè lo rifiutano e investire in campagne di informazione dirette specificamente a quei gruppi.
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Il messaggio in spagnolo che ha creato qualche perplessità

Doveroso chiarire alcuni concetti che ruotano attorno al tanto discusso vaccino anti covid, abbiamo quindi interpellato il professor Antonio Giordano, accademico napoletano di fama mondiale,  nonché direttore dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine della Temple University di Philadelphia e rappresentante del Ministero dell’Ambiente italiano. 

Nell’illustrare in cosa consiste la ‘variante inglese’ del Covid-19 fa sapere: “VUI-202012/01 (variant under investigation) sta destando non poche preoccupazioni. Rapidamente si è diffusa l’informazione che tale ceppo avesse una capacità di replicazione più alta dei precedenti. Al momento la mutazione potrebbe variare l’affinità per un recettore umano ma non alterare trasmissibilità, o pericolosità; inoltre il fatto che sia stata identificata ora non vuol dire necessariamente che si sia diffusa così rapidamente in poco tempo dal momento che potrebbe circolare da più tempo (a settembre era già stata notata a Londra) e tale dato sarebbe supportato dal fatto che la famiglia mutata non si trova solo in Inghilterra ma anche in Australia, Danimarca, Olanda ed un singolo caso anche in Italia. Con i dati disponibili non si può affermare che la variante sia più aggressiva, ma al tempo stesso, sono necessarie tutte le azioni atte a ridurre la sua diffusione”. Il professore prosegue – “La nuova variante non dovrebbe causare alcun tipo di problema ai vaccini sviluppati finora. La vaccinazione fa si che il sistema immunitario impari a combattere il patogeno, producendo anticorpi contro la proteina Spike, se questa proteina dovesse mutare il vaccino potrebbe fallire. Ma non è questo il caso”.

Giunti alla fatidica domanda che l’opinione pubblica tutta continua a chiedersi sulla efficacia delle dosi di vaccinazione prodotte da Pfizer-BionTech, ci ha detto che “Sono efficaci esattamente come annunciato dalla ditta, più del 90%. Un’ottima percentuale, nessun vaccino arriva al 100% di efficacia. L’immunità massima si otterrebbe dopo circa venti giorni dalla somministrazione della seconda dose”. Invece riguardo la scelta spagnola di inserire in una sorta di ‘grey list’ chi si sottrarrà alla somministrazione del vaccino ritiene “essere contrario in quanto il vaccino è in fase sperimentale e non deve essere imposto”.

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Per approfondimenti

https://www.v-news.it/vaccino-anti-covid-in-italia-ulteriori-dosi-e...

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