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l premio Nobel 1962 per la medicina e fisiologia, James Dewey Watson si è recato per qualche giorno in Campania, prima in penisola sorrentina per ricevere il prestigioso premio 'Capo d'Orlando' presso il Castello Giusso di Vico Equense e poi a Napoli per una conversazione sul genoma umano con centinaia di studenti presso l'aula Magna dell'Università Federico II. Dopo la sua lectio magistralis che ha suscitato molto interesse e consenso, Watson ha partecipato al Museo di Paleontologia, nel centro storico della città partenopea, all'inaugurazione della mostra autobiografica di Watson che ripercorre l'attivita' scientifica e sia quella di divulgatore scientifico. Presenti il rettore della Federico II, Guido Trombetti, il presidente del Ceinge, Franco Salvatore e il presidente onorario del Ceinge, Giuseppe D'Alessio.
La Campania e soprattutto Napoli sono territori che il premio Nobel ha sempre guardato con molto interesse e curiosità per le risorse e le potenzialità che questa regione del sud riserva da sempre.
In occasione del 'premio Capo di Orlando' e della permanenza del premio Nobel a Napoli abbiamo contattato anche il Professor Antonio Giordano, il noto scienziato napoletano che, subito dopo la specializzazione in Anatomia Patologica all’Universita’ degli Studi di Trieste si trasferi' negli Stati Uniti con un dottorato di ricerca, dove divenne suo allievo nei laboratori di Cold Spring Harbor. Giordano, in quesgli anni, fu il primo a scoprire il collegamento diretto tra la regolazione del ciclo cellulare e lo sviluppo del cancro e, piu’ specificamente dimostro’ che, affinche’ le cellule normali si trasformino in neoplastiche, gli oncogeni devono interagire direttamente con le cicline determinando una deregolazione del ciclo e, pertanto, l’insorgenza del fenotipo neoplastico.

PROF. GIORDANO COME RICORDA IL SUO MAESTRO?
Come una persona di grande intelligenza. Di lui ricordo lo sguardo attento e penetrante che incuteva timore negli studenti ma anche la sua capacita' di dare spazio ai giovani piu' meritevoli e di offrirci grandi possibilita'.
Gli anni vissuti al Cold Spring Harbor Laboratory si sono rivelati determinanti nella mia formazione. E' li' ho imparato a coniugare la creativita' italiana con il rigore tipicamente anglosassone.
COS'ALTRO RITIENE CHE IL PROF. WATSON LE ABBIA LASCIATO DI SE'?
Certamente ne ho ammirato le grandi capacita' amministrative: Watson e' sempre stato capace di attrarre finanziamenti determinanti per lo sviluppo delle sue ricerche scientifiche.
COSA PENSA DEL 'PREMIO CAPO DI ORLANDO'?
Sono certo che lo abbia molto apprezzato. Watson sente molto forte il legame con l'Italia e gli italiani. Del resto, come egli stesso ama ricordare deve parte del suo successo a Renato Dulbecco e Salvatore Luria che lo hanno fortemente sostenuto durante la sua permanenza presso la stazione zoologica Anthon Dohrn di Napoli.
NEGLI ULTIMI ANNI WATSON E' STATO DEFINITO PIU' VOLTE RAZZISTA PER UNA SUA DICHIARAZIONE SULLE DIFFERENZE TRA INTELLIGENZA BIANCA E DI COLORE. LEI COSA NE PENSA?
E' una vicenda sulla quale Watson fece un passo indietro, ma spesso ritorna alla ribalta. E' un peccato che il premio Nobel si sia dovuto ritirare anche dalla presidenza del Cold Spring Harbor a seguito delle sue dichiarazioni sulla razza e sulla intelligenza, che hanno gettato qualche ombra sulla sua figura, ma nello stesso tempo e' indubbio che abbia avuto una straordinaria carriera legata alla scoperta della struttura del DNA e al fatto di aver contribuito al progetto sul sequenziamento del genoma umano.
Watson inoltre e' stato colui che ha fatto in modo che il 3- 5% delle spese degli Stati Uniti sul progetto sulla ricerca del genoma umano fossero dedicate allo studio degli importanti principi etici legali e sociali correlati alla ricerca.

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