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Le priorità nella cura del cancro
Interviene il Dr. Norman Sharpless, direttore del National Cancer Istitute

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Norman Sharpless

Norman Sharpless è il 15° direttore del National Cancer Institute (NCI). Prima della sua nomina, il Dr. Sharpless è stato direttore del Lineberger Comprehensive Cancer Center dell’Università della Carolina del Nord (UNC), incarico che ha ricoperto dal gennaio del 2014. Norman Sharpless ha conseguito la laurea in medicina presso l’Università della Carolina del Nord a Chapel Hill, per poi lavorare presso il Massachusetts General Hospital di Boston, il Dana-Farber Cancer Institute. È autore di oltre 150 articoli scientifici, recensioni e capitoli di libri e detiene 10 brevetti. È co-fondatore di due aziende di biotecnologie in fase clinica volte allo sviluppo di nuove terapie per il trattamento del cancro (la G1 Therapeutics e la Health Span Diagnostics).

Oltre a ricoprire il ruolo di direttore del NCI, Sharpless è anche un attivo ricercatore, dedito allo studio del processo di invecchiamento, il quale promuove la conversione di cellule normali auto-rinnovanti in cellule tumorali disfunzionali. Ha fornito eccellenti contributi alla comprensione della relazione tra invecchiamento e cancro e allo sviluppo preclinico di nuove terapie per il melanoma, il cancro ai polmoni e il cancro al seno. La sua speranza è quella di trovare, attraverso la ricerca scientifica di base, modi più “intelligenti” per dare priorità ad alcune combinazioni di trattamenti rispetto ad altre.

Secondo Norman Sharpless, l’immunoterapia è un nuovo e promettente campo per il trattamento del cancro. A differenza della chemioterapia, che comporta la somministrazione di potenti farmaci che uccidono sia le cellule cancerose che quelle sane, le immunoterapie sfruttano il potere del sistema immunitario per aiutarlo a identificare e mettere fuori uso solo le cellule cancerose. L’immunoterapia ha generato molto entusiasmo negli ultimi anni, pur non funzionando nel 100% dei casi.

Ad esempio, nel trattamento del melanoma metastatico, solo circa il 30% dei pazienti trattati con un certo tipo di immunoterapia risponde completamente alla cura. Per aumentare la percentuale di successo, le aziende farmaceutiche ricercano nuovi escamotage, come la combinazione di diversi trattamenti immunoterapici.

A partire da luglio 2017, sono stati svolti più di 700 studi clinici che hanno testato combinazioni di immunoterapie. Secondo Sharpless la ricerca di base ha un ruolo fondamentale nella cura del cancro, permettendo di indagare sul perché alcuni tumori rispondono a determinati tipi di trattamenti ed altri no. Il cancro è una patologia multifattoriale esistono innumerevoli sottotipi. La sua eterogeneità richiede la rivalutazione della biologia del cancro, nuovi modi di condurre studi clinici ed approcci innovativi per sfruttare i dati dei pazienti ed assicurare che gli scienziati abbiano una serie di competenze, dall’immunologia al datamining. A tal proposito, il Dr. Sharpless sostiene che il modo in cui i farmaci antitumorali vengono testati è antiquato ed inefficiente. Un esempio di uno studio con un design moderno è NCH MATCH (Analisi molecolare per la scelta della terapia), una sperimentazione clinica per il trattamento di precisione del cancro.

Il principio di questa analisi consiste nel fatto che il trattamento terapeutico venga assegnato tenendo conto dei cambiamenti genetici riscontrati nei tumori dei pazienti attraverso il sequenziamento genomico ed altri test simili. Successivamente si valuta se il trattamento personalizzato sia efficace o meno. Il metodo NCH MATCH ha coinvolto 6.000 pazienti in tutto il Paese con lo scopo di intaccare la realtà ostinata che, nel cancro, solo il 25% dei pazienti risponde al trattamento. Sharpless è fermamente convinto che la genetica molecolare del tumore debba guidare la scelta della terapia e che gli scienziati debbano passare da una condivisione passiva dei risultati dei loro studi all’aggregazione e all’analisi dei dati così da far luce sulle risposte dei pazienti alle varie terapie.

In ogni caso, usare la scienza di base per affrontare tutti i tumori è fondamentale.

di Antonio Giordano
 Direttore del S.H.R.O. di Philadelphia
Tratto da Informare Magazine Gennaio 2019

 

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