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Philadelphia, 30 Novembre 2012. È da oggi sulla rivista scientifica internazionale Journal
of Experimental and Clinical Cancer Research il nuovo studio sull’incidenza del tumore dellamammella in Italia, condotto da un equipe multidisciplinare italo-americana guidata dal Prof.Antonio Giordano, direttore dello Sbarro Institute per la ricerca sul cancro di Filadelfia. “Il cancro è anche una questione di numeri”, afferma Giordano, oncologo di fama internazionaleda anni impegnato nella lotta contro il cancro e recentemente firmatario di un appello —sottoscritto da oltre 500 ricercatori — per salvaguardare l’ambiente dall’irresponsabileimmissione di sostanze cancerogene. “Identificare il numero preciso di casi di tumore nella popolazione, relativamente a definite aree geografiche, è cruciale per poter attuare strategie di prevenzione e di screening per una diagnosi precoce, mirate a ridurre la incidenza e la mortalità, oltre che per identificare popolazioni a rischio e l’eventuale impatto ambientale”. In questo studio i ricercatori hanno studiato il tumore della mammella, il numero 1 fra i tumori che colpiscono le donne, sia per incidenza che per mortalità. Secondo dati ISTAT, 12.195 donne sono morte nel 2009 per cancro della mammella, rispetto a 11.476 nel 2006. Gli studiosi hanno analizzato l’archivio nazionale delle schede di dimissione ospedaliera per valutare il numero d’interventi, per mastectomie (rimozione in blocco della mammella) e quadrantectomie (rimozione parziale) eseguite in Italia per diagnosi principale di tumore della
mammella dal 2001 al 2008. “Rispetto al nostro precedente lavoro del 2009, questa nuova ricerca non solo allarga la finestra temporale dell’indagine, ma perfeziona la metodologia utilizzata grazie all’esclusione dei re-interventi eseguiti sulla stessa paziente in tutto l’arco di tempo considerato. In tal modo abbiamo potenziato la nostra capacità di ottenere un surrogato del dato d’incidenza il più vicino possibile alla realtà, con una sottostima per difetto dovuta alla quota di pazienti che non vengono sottoposte ad intervento” – precisa il Dott. Prisco Piscitelli, coordinatore dello studio.
I dati hanno evidenziato che dal 2001 al 2008 sono stati registrati 328,888 interventi di
mastectomia e quadrantectomia, (rispettivamente 117,762 e 211,126). Il numero globale di mastectomie osservate diminuisce lungo l’arco temporale considerato (da 15,754 nel 2001 a14,197 nel 2008). Ma analizzando le fasce di età, si osserva che la riduzione riguarda le donne tra i 45 ed i 74 anni, mentre il numero di mastectomie non è significativamente cambiato nella fascia di età più giovane (tra i 25 ed i 44 anni). Inoltre, il numero totale di quadrantectomie risulta aumentato in maniera significativa attraverso tutte le classi di età considerate (da 22,140nel 2001 a 30,800 nel 2008).
L’analisi per macroaree (i.e. Italia Settentrionale, Centrale e Meridionale) conferma la
riduzione del numero di mastectomie, sebbene esistano discrepanze inter-regionali possibilmente riconducibili alla diversa copertura ed adesione alle campagne di screening, ma mostra che lequadrantectomie aumentano in maniera significativa, con valori massimi per l’Italia Meridionale (da 3,812 nel 2001 a 6,538 nel 2008). Il numero di interventi ripetuti entro l’anno osservati tra il 2001 ed il 2008 è pari a 46,610, aumentando da 4,682 nel 2001 a 5,909 nel 2008.
Secondo il rapporto AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori) 2010: “Entro
l’ottantaquattresimo anno di età in media 1 uomo su 2 e 1 donna su 2 saranno colpiti da
tumore nel corso della vita; 1 uomo su 3 e 1 donna su 6 ne moriranno”. In tale scenario, la sorveglianza sanitaria delle patologie tumorali rappresenta un obiettivo essenziale del nostroPaese, dell’Unione Europea e dell’intero Occidente. In Italia, tale sorveglianza si avvale delprezioso supporto dei Registri Tumori. “Attualmente, la copertura della popolazione italianarealizzata attraverso l’AIRTUM è pari a circa il 34%, con notevoli discrepanze tra il Nord, ilCentro ed il Sud Italia (i.e. 50.2%, 25.5% and 17.9%, rispettivamente). Su tali basi, l’utilizzoesclusivo dei Registri Tumori può limitare l’accertamento dei casi di malattia” specifica laDott.ssa Maddalena Barba, ricercatrice presso l’Istituto Tumori Regina Elena di Roma.“Questo studio mira ad individuare strumenti che possano integrare l’attività deiRegistri Tumori nell’ambito della sorveglianza sanitaria delle patologie neoplastiche. I risultati conseguiti incoraggiano l’utilizzo dei dati resi disponibili dall’archivio nazionale delle schede di dimissione ospedaliera ai fini dell’individuazione dei casi di cancro della mammella sottoposti ad intervento chirurgico di quadrantectomia e/o mastectomia. Ciò è coerente
rispetto all’utilizzo di database integrativi negli Stati Uniti, ove, parimenti a quanto accade in Italia, esiste la necessità di integrare le attività di sorveglianza sanitaria svolte dal SEER (Surveillance, Epidemiology and End Results Program) attraverso l’impiego di strumenti di rilevazione efficienti.” chiarisce e conclude il Prof. Antonio Giordano, ideatore dello studio.

La Sbarro Health Research Organization (www.shro.org ) finanzia l’Istituto Sbarro per la Ricerca sul Cancro e la Medicina Molecolare, un importante centro di ricerca sul cancro, il diabete e le malattie cardiovascolari senza scopo di lucro. Con sedi a Philadelphia, in Pennsylvania, nel campus della Temple University e in Italia presso l’Università di Siena, i nostri programmi coinvolgono giovani ricercatori provenienti da tutto il mondo.

http://www.giovanidelsud.it/news/salvare-lambiente-per-distruggere-...

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