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DALLA PIAZZA AI TRIBUNALI: LA "TERRA DEI FUOCHI" NON È MAI FINITA

Scritto da  Giuseppe Manzo Mar 23, 2018


La piazza, i processi e le querele. La Terra dei fuochi è una ferita apertissima che le ultime inchieste hanno solo aiutato a far emergere. Sabato 24 marzo torna a manifestare il movimento Stop Biocidio che, a 4 anni dal “fiume in piena” con 150mila persone, mobilita decine di comitati in tutta la regione. Nulla ha prodotto il “decreto terra dei fuochi” del 2013 né gli impegni assunti dal presidente della Regione Vincenzo De Luca. Dalla società regionale Sma al tremendo luglio dei fuochi che polverizzò centinaia di ettari del Vesuvio e che alzò i livelli di diossina nella provincia di Napoli la domanda per la difesa di ambiente e salute resta altissima.

Se nel mirino c’è l’attuale governatore (come tutti i suoi predecessori) è l’intero sistema di smaltimento, prevenzione e bonifica relativa a rifiuti tossici, discariche di ecoballe o abusive e roghi estivi il vero nemico. Alla mobilitazione hanno aderito anche pezzi della medicina e della scienza come l’Isde-Medici per l’ambiente e il professore Antonio Giordano con il suo Sbarro Institute di Filadelfia, musicisti come i “Terroni uniti” che per l’occasione hanno composto una nuova canzone. E poi ci sono i tantissimi giovani che animano associazioni e comitati e, soprattutto, le mamme: da Noi genitori di tutti onlus che riunisce le madri senza più i loro figli colpiti da patologie tumorali alle Mamme vulcaniche, donne in prima linea da anni in difesa di ambiente e salute.

La scienza, la preparazione dei comitati e di una pubblicistica ormai ventennale sono la forza su cui si basano queste mobilitazioni popolari che rivendicano risposte. Anche se, spesso, il dibattito diventa avvelenato da polemiche e scontri verbali al limite dell'ingiuria.

I tribunali

Dalla piazza alle aule di tribunale la guardia resta alta. In un dibattito scientifico molto spesso avvelenato da accuse e insulti, ecco la notizia del rinvio a giudizio per diffamazione aggrava nei confronti dello scienziato Antonio Giordano. A finire sotto processo sono l’agronomo Silvestro Gallipoli e il direttore de Il Foglio per l’articolo pubblicato in data 2 maggio 2017 sul citato quotidiano un articolo intitolato “Storia (in musica) di Giordano, o’ professore della Bufala dei fuochi”. Lo scorso 15 marzo  il Pubblico Ministero del Tribunale di Napoli Roberta Simeone ha esercitato l'azione penale dei confronti dei due indagati mediante la citazione diretta a giudizio innanzi al Giudice Monocratico Michele Ciambellini per il giorno 22 ottobre 2018. Antonio Giordano ha reso noto che l'intero risarcimento del danno subito da tale condotta criminosa sarà devoluto in beneficenza.

“È possibile sostenere differenti scuole di pensiero – ha dichiarato l’avvocato Giovanni Siniscalschi che assiste Giordano - in ordine alla sussistenza o meno del nesso causale tra la prolungata esposizione degli esseri umani a siti altamente inquinati e la verosimile insorgenza di neoplasie. Più studi pubblici e privati, seguendo percorsi scientifici e rigorosi metodi galileiani, cercano di provare la sussistenza o meno di tale assunto. Ma il tutto deve rimanere ancorato ad un sano ed equilibrato dibattito di natura scientifica che non deve mai travalicare in offese ed aggressioni verbali capaci anche di generare pericolose tensioni sociali e mettere in pericolo l’incolumità personale dei singoli. Tali attività di controllo giudiziario saranno estese a tutti coloro che utilizzeranno le medesime condotte poste in essere dal signor Gallipoli Silvestro”.

Un invito, quello dell’avvocato Siniscalchi, che riflette su una questione che meriterebbe equilibrio e responsabilità sugli studi scientifici, le scelte politiche e le denunce di tanti cittadini campani. Siamo di fronte a un’epoca non ancora chiusa. Infatti, parallelamente, si riapre il processo Ecoballe. Lo hanno deciso i giudici della quarta sezione di Corte di appello di Napoli, che hanno accolto il ricorso della Procura e hanno aperto ufficialmente il secondo grado di giudizio a carico dell'ex governatore della Campania Antonio Bassolino, alcuni ex commissari di peso all'emergenza rifiuti (anno 2000-2005), manager privati e capi impianto.

Nord e Sud: smaltimento industriale "uno stile di vita"

Gli ultimi 20 anni e questo presente consegnano alle future generazioni una terra dove sentenze, inchieste giornalistiche e dati scientifici dimostrano essere martoriata. Eppure questa vicenda non riguarda solo la Campania ma oggi è un fenomeno che vede il Nord in una crisi ambientale profonda: Brescia, le acque del Veneto, la pianura padana “camera a gas”, gli incendi agli impianti di rifiuti nella provincia di Milano sono solo alcuni esempi.

Da 25 anni si sono alternati 9 governi nazionali senza che siano stati adottati provvedimenti legislativi su sviluppo sostenibili e difesa ambientale, eccetto l’importante norma repressiva degli ecoreati. A ciascuno la responsabilità del proprio stile di vita, per tutti il diritto a non trasformare in uno stile che mette a rischio la vita l’interramento di rifiuti tossici, il loro smaltimento doloso nelle acque o nell’incendio dei roghi: ultimi anelli di un ingranaggio produttivo di questa economia di mercato

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