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Il 60% di chi vive nella Terra dei fuochi si ammalerà di tumore o altre patologie

Il prof Giordano: istituzioni di gomma. E' il potere del Nord che ha colonizzato il Sud

di Giampaolo Longo

Le sue parole sono fuoco. Ma il suo è un fuoco benefico, è il fuoco di chi studia ogni giorno quelle maledette porcherie e dice le cose come stanno. Senza un filo di diplomazia. È il fuoco che serve, insomma, per salvare la Terra dei fuochi. Lui si chiama Antonio Giordano (nella foto), napoletano, medico, direttore dello “Sbarro Institute for Cancer Research” della Temple University di Philadelphia: un nome importante nella lotta contro il cancro.

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Professor Giordano, pochi giorni fa lei ha rilasciato un’intervista al “Mattino” e ha illustrato un dato angosciante: il 60 % dei residenti nel triangolo dei veleni svilupperà un tumore o altre patologie. Come fa a dire una cosa del genere?
“Il lavoro scientifico che non solo io ma un gruppo di ricercatori sta portando avanti sulla Terra dei fuochi parte da lontano. I primi dati risalgono al 1977 e furono raccolti da mio padre in un libro bianco (Ambiente e Salute) che si riferiva a uno studio sui lavoratori delle industrie e sulle patologie che questi sviluppavano. Poi abbiamo raccolto dati dal 2001 al 2005 e dal 2005 al 2008 su un particolare tumore, il cancro alla mammella. Poi abbiamo studiato l’intensificarsi di altre patologie che negli anni si sono manifestate in maniera sempre più conclamata: patologie cardiovascolari, problemi respiratori e malformazioni genetiche. Inutile nascondere la realtà: il trend di queste malattie è in aumento. E contemporaneamente in quelle zone della Campania, nella Terra dei fuochi, si accumulano rifiuti tossici, dove sono presenti sostanze cancerogene”.

Rifiuti scaricati nel terreno e malattie in aumento: lei sta raccontando un attentato alla vita
“Esatto, di questo si tratta. Perché un trend in costante crescita di patologie tumorali e di altre patologie, un’invasione di rifiuti scaricati in ogni parte del territorio e carichi di sostanze velenose ci porta a dire che in prospettiva si ammalerà il 60 per cento dei residenti. Non è un’impressione, un parere. È la lettura dei dati. In tutto questo quadro, che mi rendo conto è drammatico, noi abbiamo ottenuto però un importante risultato”.

Quale?
“Stanno venendo alla luce le armi del delitto: amianto, cloruro di metilene, benzopirene, metalli pesanti. Io le chiamo le armi del delitto. Sono le sostanze che provocano quelle patologie tumorali e non di cui abbiamo appena parlato. Di fronte a questa situazione dovremmo avere le istituzioni, universitarie e ospedaliere, in grado di intervenire. Non devo venire io dall’America a dire questo”.

Professor Giordano, ma una persona che risiede nella zona della Terra dei fuochi dopo che ha letto quello che lei ha appena detto che cosa deve fare?
“Tutti noi andiamo dal medico quando c’è un problema. Qui, in questa zona, bisogna andare dal medico prima. Bisogna fare un enorme sforzo di prevenzione. I medici di famiglia devono educare alla prevenzione. La gente va educata, messa allerta, monitorata. E’ questa la strada. Normalmente abbiamo cinque sensi? Beh, in questo caso i cinque sensi devono essere ipersviluppati”.

Va bene, ma un programma di prevenzione passa innanzitutto per le istituzioni. Qui abbiamo il ministro della Salute secondo cui in Campania ci sono stili di vita scorretti
“Certo, il programma di prevenzione deve coinvolgere le istituzioni che però troppo spesso sembrano muri di gomma. E vanno avanti con questa menata, lo scriva me-na-ta, dello stile di vita. È chiaro che il fumo e la cattiva alimentazione fanno molto male. È chiaro. Negli ultimi 50 anni abbiamo scoperto quante patologie sono legate al fumo e alla cattiva alimentazione. E l’ambiente? Perché lo dimentichiamo? I killer dell’ambiente dove sono?’.”

Ma perché le istituzioni negano in maniera così decisa il rapporto cancro-rifiuti tossici? è insipienza o mala fede?
“È il grande potere economico che tutto muove. È il potere che al Nord ha avuto interessi a colonizzare il nostro Sud”.

Ma noi ci siamo fatti comprare per un piatto di lenticchie, abbiamo svenduto la nostra terra trasformandola in pattumiera. Molti di noi sono stati complici
“Noi abbiamo sbagliato per ignoranza, abbiamo sbagliato facendo installare quelle fabbriche del Nord sul nostro territorio perché invece di crescere in tecnologia e nella valorizzazione di quel ben di dio che abbiamo in natura abbiamo voluto guadagnare subito poche centinaia di migliaia di lire”.

Le istituzioni hanno le loro grandi responsabilità ma anche la comunità scientifica è colpevole. I suoi colleghi si ostinano a dire che non c’è rapporto tra insorgenza del cancro e rifiuti
“Non la comunità scientifica ma alcuni colleghi, guarda caso quei colleghi che sono nello staff, che fanno parte di quelle istituzioni che avrebbero dovuto bonificare i territori. E guarda caso sono contrari anche quei tecnici e quei colleghi che fanno parte delle commissioni nominate dai politici che avrebbero dovuto monitorare la salute dei cittadini”.

Un’ultima domanda. Se lei fosse un cittadino della Terra dei fuochi, che cosa farebbe?
“D’istinto? Me ne andrei. Questo farei. Ma non bisogna ragionare d’istinto perché in questi anni sono cambiate tante cose. Ci sono persone eccezionali nella Terra dei fuochi, gente che va a dare la caccia agli assassini dell’ambiente, gente che si informa, gente che ogni mattina esce di casa per difendere il territorio, perché questa è una guerra, caro mio, una guerra. Gente che ha capito che bisogna bonificare. E questa gente rappresenta la resistenza, la nuova resistenza. Tutti i miei colleghi si rimboccassero le maniche a andassero sul fronte di questa guerra. Bisogna istituire modelli e corsi di prevenzione, unirsi, dare vita ad associazioni, come le mamme vulcaniche, come la consulta delle donne a Corbara. Certo, resta un interrogativo di fondo: ma lo Stato dov’è? Ma io che le devo dire? La vita è fatta di paradossi. Io ho portato il caso Campania e la vergogna dei rifiuti all’attenzione della comunità scientifica mondiale. E invece di avere più colleghi al mio fianco, mi sono fatto ancora più nemici. Sa che le dico. Fottiamocene, e andiamo avanti”.

Per approfondimenti: http://paralleloquarantuno.it/?p=5417

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