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Il professor Antonio Giordano sui vaccini anti Covid: "nessuno arriva al 100% di efficacia"

Grazie all'amicizia di lungo corso con il direttore Guido Picchio, la Redazione di Picchio News ha nuovamente raggiunto l’accademico napoletano di fama mondiale, il professor Antonio Giordano, direttore dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine della Temple University di Philadelphia e rappresentante del Ministero dell'Ambiente italiano. 

Al professor Giordano, abbiamo chiesto di illustrarci in cosa consiste la 'variante inglese' del Covid-19 e un giudizio sulla campagna vaccinale che partirà in Italia il 27 dicembre.

La seconda ondata pandemica ha messo di nuovo a dura prova il sistema sanitario nazionale. Ritiene siano state messe in campo tutte le forze e misure adeguate per contenerla?

"Anche se non è semplice gestire una pandemia è indubbio che il periodo estivo è stato caratterizzato da qualche rilassatezza di troppo e che non si è approfittato del vantaggio del momento per organizzare adeguatamente la scuola, i servizi ma anche il tracciamento dei focolai. Lo stesso vale per la riorganizzazione del personale sanitario che, negli anni, aveva subito ingenti tagli. Sicuramente questo virus ha evidenziato l’importanza della sanità e della scienza".

Come giudica il lockdown natalizio messo in atto dal Governo in relazione di una ipotetica riduzione dei casi di positività?

"Il lockdown italiano è basato sulla responsabilità dei cittadini. Sono state prese in considerazione le esigenze di gran parte dei lavoratori e, nonostante tutto, molte categorie sono state fortemente penalizzate da queste chiusure. Le restrizioni sono necessarie, il virus continua a circolare e senza il nostro contributo continuerà a diffondersi. Rispettare le regole a Natale significa rispettare il proprio diritto alla salute e quello degli altri".

Molti parlano di una recrudescenza del virus che si verificherà a fine gennaio con una terza ondata pandemica. Crede che sia un rischio reale?

"Il virus è una infezione nuova per tutti, e credo sia corretto fare affermazioni sulla base di fatti e dati concreti. In tempi record, abbiamo ottenuto il vaccino, e mi auguro che la maggior parte delle persone si sottopongano ad esso continuando, nell’attesa a tenere atteggiamenti responsabili".

Nella Regione Marche si è appena iniziata una imponente opera di screening di massa, quanto pensa sia stata utile per il tracciamento dei contagiati ?

"Il tracciamento dei contagiati è fondamentale per identificare ed isolare un focolaio nel più breve tempo possibile. Quello che sottolineerei, però, è che purtroppo, ad oggi, molti test di screening non sono ancora del tutto affidabili, il 'patentino di positività/negatività' continua ad essere rilasciato esclusivamente dal tampone molecolare. Con ciò non intendo dire, che i test di screening non vadano effettuati perchè certamente offrono un’importante indicazione".

Nell’ultimo periodo è spuntata fuori la ‘variante inglese’ del Covid-19, una mutazione che sembrerebbe essere più contagiosa, in cosa consiste?

"Il nuovo ceppo di Sars-CoV-2, chiamato «VUI-202012/01» (variant under investigation) sta destando non poche preoccupazioni anche se i dati che, attualmente, abbiamo a disposizione riguardo la nuova sequenza virale non vanno esasperati. Rapidamente, si è diffusa l’informazione che tale ceppo avesse una capacità di replicazione più alta dei precedenti. Per quello che sappiamo al momento la mutazione potrebbe variare l’affinità per un recettore umano ma non alterare trasmissibilità, o pericolosità; inoltre il fatto che sia stata identificata ora non vuol dire necessariamente che si sia diffusa così rapidamente in poco tempo dal momento che potrebbe circolare da più tempo (a settembre era già stata notata a Londra) e tale dato sarebbe supportato dal fatto che la famiglia mutata non si trova solo in Inghilterra ma anche in Australia, Danimarca, Olanda ed un singolo caso anche in Italia. Con i dati disponibili non si può affermare che variante sia più aggressiva, ma al tempo stesso, sono necessarie tutte le azioni atte a ridurre la sua diffusione".

I vaccini già sviluppati per il coronavirus saranno capaci di combattere anche il nuovo mutante?

"La nuova variante non dovrebbe causare alcun tipo di problema ai vaccini sviluppati finora. La vaccinazione fa si che il sistema immunitario impari a combattere il patogeno, producendo anticorpi contro la proteina Spike, se questa proteina dovesse mutare il vaccino potrebbe fallire. Ma non è questo il caso".

Il 27 dicembre in Italia inizierà la somministrazione delle dosi di vaccinazione prodotte da Pfizer-BionTech quanto ritiene siano efficaci?

"Sono efficaci esattamente come annunciato dalla ditta, più del 90%. Un’ottima percentuale, nessun vaccino arriva al 100% di efficacia. L’immunità massima si otterrebbe dopo circa venti giorni dalla somministrazione della seconda dose".

Quale differenze ci sono con le dosi di vaccino immesse sul mercato dalla società farmaceutica ‘Moderna’?

"Entrambi sono vaccini ad RNA, l’acido ribonucleico del virus. Viene utilizzato questo materiale genetico per istruire il nostro sistema immunitario a produrre gli anticorpi anti Sars-CoV-2. Entrambi hanno una efficacia superiore al 90% e più dettagliatamente 95% per Pfizer e 94,5% per Moderna. Cambiano, invece, i metodi di conservazione: necessari -80 gradi per il primo, -20 per Moderna. Infine per quanto riguarda il costo, dovrebbe essere molto simile, intorno ai 20 dollari".

Con quali tempistiche la campagna vaccinale porterà al raggiungimento di una immunità di gregge? Dal suo punto di vista quand’è che potremo abbandonare l’uso delle mascherine e tornare a respirare un’aria di normalità?

"Non sono in grado di fare previsioni. Abbiamo bisogno di studiare e comprendere, e questo lo stiamo facendo ininterrottamente da marzo".

Per approfondimenti: 

https://picchionews.it/sanita/intervista-il-professore-antonio-gior...

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