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La curva di Covid-19 di nuovo in salita, che fare per evitare la carneficina? Chiudere? Sì

Durante i mesi di “libertà” non si è provveduto abbastanza per prevenire la seconda ondata e il vaccino non ci sarà subito: quindi? Basta inseguire il virus!

A dicembre 2019, un nuovo agente virale, di cui abbiamo individuato le generalità ha colto l’intero mondo impreparato. Il nuovo coronavirus, ha messo in ginocchio anche colossi dell’economia mondiale. Ci siamo fermati. Si è fermato quasi tutto, tranne la scienza, tranne i medici, tranne il personale sanitario.

Abbiamo assistito inermi alla morte di milioni di persone che non hanno potuto godere dell’affetto dei propri cari, abbiamo assistito chiusi in casa all’approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale, mancanti ovunque, abbiamo atteso con pazienza e con non pochi sacrifici l’inversione della curva dei contagi. Così è stato, è migliorata la gestione del virus, si è ridotto il numero dei positivi, ci è stata concessa di nuovo “la libertà”. E liberamente sono state gestite le vacanze estive: si poteva andare all’estero, tra le regioni e siamo diventati un modo di diffusione per il coronavirus. Oggi siamo costretti a chiudere, o meglio ridurre le attività perché non possiamo permetterci di chiudere il Paese, dal momento che non credo ci siano fondi a sufficienza per sostenere le categorie a rischio. Ma era l’unica via? Non si sarebbe potuto evitare una seconda ondata così problematica? Certamente, è doveroso ricordare che parliamo di un nuovo agente etiologico, per cui non è possibile prevederlo, ma credo che l’errore più grande sia stato non anticiparlo, ma seguirlo.

Medici lavorano per combattere Covid-19 (di Campus COVID Center, flickr)

L’apertura delle scuole è sempre stata considerata una attività complessa, si scongiurava la chiusura dopo poche settimane, ma le scuole oggi, sono chiuse. Non si è provveduto ad attrezzare gli istituti con opportuni metodi di monitoraggio, ma soprattutto non si è provveduto ad adeguare i mezzi di trasporto. Attualmente non sono ancora adeguati per il contenimento della pandemia, ma è stata ridotta la loro capienza a poco più del 70%. Non si è provveduto all’identificazione di metodi univoci di individuazione dei malati, non si è fatta una corretta informazione, non si è provveduto a tutelare i positivi che in alcuni casi hanno dovuto nascondere la patologia e per via del lavoro e per via della discriminazione.

Se mi si chiede oggi, se l’unica via per evitare una carneficina sia chiudere, devo rispondere di sì. La curva dei contagi è in drastica salita, bisognava ridurre la mobilità delle persone, addirittura secondo l’Oms “l’Europa è a rischio tsunami di casi”. Non è consentito riavere lo stesso numero di vittime che abbiamo avuto questo inverno, anche perché pur essendo cambiata la popolazione degli infetti, essendo colpiti pazienti più giovani, le terapie intensive cominciano ad andare in saturazione.

Napoli, guerriglia-urbana tra cittadini e forze di polizia contro le misure Covid-19 prese dal governatore della Campania De Luca, “nolockdown” (YouTube)

Il nuovo dcpm ha reso le strade deserte ed ha causato alcune manifestazioni in Italia, ma purtroppo alcuni esponenti politici bocciano anche queste restrizioni ritenendo utile soltanto un lockdown totale: le attuali restrizioni non sarebbero sufficienti ad arrestare la diffusione del virus.
Il vaccino non è ancora pronto e non sarà facilmente disponibile per entro la fine  dell’anno.

Nel frattempo dobbiamo nuovamente tutelarci, dobbiamo nuovamente isolarci a discapito di molte categorie. Infatti, non dobbiamo solo considerare il problema economico, ma anche il problema della salute, gli ospedali sono di nuovo in tilt, i pazienti in alcune regioni non hanno la possibilità di curarsi. È demotivante per tutti ciò che sta accadendo, ma dobbiamo rialzarci e preventivare, ora non c’è più tempo per inseguire il virus, dobbiamo accelerare e superarlo.

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