S.H.R.O. Salute Italia

Professional social network di Antonio Giordano

La Sindrome di Kanner meglio conosciuta come autismo, è un disturbo che interessa la funzione cerebrale per cui la persona affetta da tale patologia mostra una marcata diminuzione dell'integrazione sociale e della comunicazione.

Colpisce una persona su 1000 e 2 persone su 1000 presentano il cd. spettro autistico, presentandone solo alcuni dei sintomi.

La sua caratteristica più' pregnante si manifesta con l'isolamento, ma altre caratteristiche sono: la difficoltà a socializzare, l'impressione di sordità o le difficoltà visive, la difficoltà di apprendimento, l'incoscienza per i pericoli reali, l'opposizione ai cambiamenti, la mancanza dei sorriso e della mimica, l'iperattività fisica accentuata, l'attaccamento inappropriato agli oggetti, un atteggiamento fisico rigido. L'autismo non ha una singola causa, ma molteplici geni e fattori ambientali, come sostanze chimiche o virus, possono contribuire allo sviluppo di tale disturbo ed è considerato tra i più gravi handicap, anche perché non esiste una cura risolutiva. Le terapie maggiormente usate prevedono interventi di tipo educativo-comportamentale in un ambiente strutturato e adattato alle difficoltà specifiche dei soggetti autistici con l’ausilio anche di interventi farmacologici. Sebbene queste “strategie” non curino l'autismo, spesso portano ad un miglioramento sostanziale.

Gli studi su persone autistiche hanno trovato anomalie in diverse aree cerebrali per cui questi dati sembrano suggerire che l'autismo derivi da un’interruzione nello sviluppo cerebrale in una fase precoce della vita intrauterina. Se fino a poco tempo non erano ben chiari i contributi di tipo genetico e ambientale responsabili dell’insorgenza di tale patologia, un recente studio pone l’accento sull'ipotesi “epigenetica” in cui l’inquinamento potrebbe avere un ruolo significativo. Significa che gli inquinanti presenti nell'aria influenzerebbero lo sviluppo del cervello al punto che, l'esposizione dell'utero a tali sostanze, aumenterebbe i tassi di autismo.

I ricercatori della “Harvard School of Public Health” (HSPH) sostengono che l'esposizione precoce (già a partire dalla vita intrauterina) a sostanze inquinanti, tra cui il particolato diesel, il mercurio e il piombo, potrebbero incrementare il rischio di disturbi autistici. Sono arrivati a questa conclusione dopo aver analizzato i dati provenienti da un campione di 116.430 infermieri partecipanti al “Nurses Health Study II”, uno studio in corso che ha avuto inizio nel 1989. Tra i volontari, 325 hanno avuto bambini affetti da autismo e la maggior parte di loro viveva in aree con livelli più elevati di inquinanti rispetto a coloro che non hanno avuto bambini colpiti da questo disturbo. L'anno scorso, uno studio californiano su oltre 500 bambini pubblicato su “Archives of General Psychiatry” ha rivelato che i bambini con autismo avevano da due a tre volte in più la probabilità, rispetto agli altri bambini, di essere stati esposti a gas di scarico delle auto, inquinanti dell'aria e smog in una fase molto precoce della vita. Ma questi studi hanno coinvolto mamme e bambini in aree geografiche limitate. Invece, nello studio pubblicato online sulla rivista “Environmental Health Perspectives”, gli scienziati hanno esaminato l'esposizione all'inquinamento e tassi di autismo attraverso tutti gli Stati Uniti. Hanno confrontato i tassi di autismo con i livelli degli inquinanti misurati dalla “Environmental Protection Agency degli Stati Uniti” durante le gravidanze. Le donne incinte che vivevano nel 20% di quelle aree del Paese con i più alti livelli di inquinamento (sotto forma di particolato diesel o mercurio) avevano una probabilità doppia di avere un bambino con autismo rispetto a quelle donne vissute nel 20% dei luoghi con i più bassi livelli di inquinamento. Situazione simile per le donne che hanno vissuto nelle aree con i più alti livelli di altri inquinanti, come il piombo, manganese, cloruro di metilene e di altri metalli. Il professore Marc Weisskopf, autore dello studio e professore associato di epidemiologia ambientale e occupazionale, ritiene fondamentale avviare la misurazione dei livelli di metalli e altre sostanze inquinanti nel sangue delle donne incinte e nei bambini appena nati, per fornire la prova più decisiva che inquinanti specifici aumentano il rischio di autismo. Secondo il professore, “una migliore comprensione di questi fenomeni potrebbe aiutare a sviluppare adeguati interventi per ridurre l'esposizione a questi inquinanti nelle donne in gravidanza”, pianificando strategie serie di prevenzione.

Sebbene dunque si tratti di studi pioneristici” ha dichiarato il prof. Antonio Giordano, direttore dello Sbarro Institute di Philadelphia “i risultati non sono incoraggianti e necessitano di una seria riflessione. Il nostro livello di progresso risulta ormai troppo spesso “sordo” di fronte alle notizie allarmanti e fondate che mettono in correlazione l’inquinamento con l’insorgenza di numerose patologie. Un rischio che non possiamo più permetterci perché queste ipotesi formulate sembrano essere molto più di semplici supposizioni”.

 

Dott. Domenico  di Marzo

Ricercatore del Crom di Mercogliano

 

Visualizzazioni: 151

Rispondi

 

Rubrica Giordano su Doctor Mag

DOCTOR MAG

 

 

© 2024   Creato da SHRO Media Press.   Tecnologia

Badge  |  Segnala un problema  |  Termini del servizio