“Abbiamo dimostrato che esistono una serie di patologie gravi che affliggono una parte delle popolazioni che vivono in territori inquinati. Sappiamo, che in quelle zone, una parte della popolazione, anche se apparentemente sana, è suscettibile a sviluppare una serie di patologie tra cui anche quelle tumorali. Si rende necessario monitorare la trasformazione che avviene nel dna di questi cittadini ai fini della prevenzione”.
Così al TGR Leonardo il professore Antonio Giordano rilancia la questione della relazione tra ambiente inquinato e salute umana.
L’Italia, avvelenata dall’inquinamento produttivo e dallo smaltimento illegale di rifiuti: “abbiamo iniziato una collaborazione con la professoressa Basile della Facoltà di Biologia di Napoli dove abbiamo correlato i dati biologici degli uomini e dei muschi: abbiamo trovato lo stesso livello di metalli pesanti. Stiamo sviluppando anche l’idea per utilizzare muschi e specie animali come sentinelle ambientali”, aggiunge Giordano.
Nasce, pertanto, dal 2020 un progetto di sanità pubblica e oncologica su incarico dei Ministeri dell’Ambiente e della Salute, con cui collabora il professor Antonio Giordano: “serve un intervento politico e i fondi del Pnrr siano indirizzati sulle indicazioni che noi abbiamo scritto”.
Per la Campania Giordano rilancia: “è gravissima la situazione, esiste una leadership politica che nega l’esistenza della terra dei fuochi nonostante ci siano indicazioni forti della magistratura: per quelle popolazioni che soffrono e soffriranno ancora se non ci sarà una virata delle coscienze”.
Di seguito il link con l’intervento completo: bit.ly/3gcNle4
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