La notizia ha fatto il giro del mondo:
Robert Edwards, biologo ed embriologo inglese ha ricevuto il premio Nobel per la Medicina, soprattutto in quanto "padre" della fecondazione in provetta. Una ricerca realizzata in collaborazione con il ginecologo Patrick Steptoe che nel 1978 porto` in Inghilterra alla nascita di Louise Brown.
Controversi i commenti all`annuncio: felicitazioni dal mondo scientifico e un altola` da parte della Chiesa, che, come riporta il Corriere della Sera, attraverso il presidente della Pontificia Accademia per la Vita, Monsignor Ignacio Carrasco de Paula, ha accusato il biologo di essere causa del "mercato degli ovociti", degli embrioni abbandonati che "finiranno per morire" e dello stato "confusionale della procreazione assistita, con figli nati da nonne o mamme in affitto".
Il professor Antonio Giordano, direttore dello Sbarro Institute di Philadelphia, USA, commenta cosi` questa notizia: "Tutte le scoperte come questa, che definirei "epocale", generano forti dibattiti ma non mi sembra che la FIVET (fertilizzazione in vitro con embryo transfer) abbia implicato questioni etiche.
Si tratta - continua Giordano - infatti di una tecnica di procreazione medicalmente assistita che consiste nell`ottenere la fecondazione ovocita al di fuori del corpo della donna (in vitro appunto), con conseguente formazione dell`embrione e successivo trasferimento in utero della stessa.
Da scienziato non posso che rallegrarmi per questo riconoscimento, anche se ritengo che vadano, eventualmente, regolamentati gli utilizzi di questa tecnica che possono implicare aspetti etici".
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